Monteleone di Spoleto, Proloco a Monteleone di Spoleto (PG) - Umbria in Festa
 

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Monteleone di Spoleto

Monteleone di Spoleto

Monteleone di Spoleto (PG)
Categoria: Proloco
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Monteleone di Spoleto
Corso Vittorio Emanuele II, 18
6045 - Monteleone di Spoleto (PG)

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Monteleone di Spoleto
Descrizione:
Monteleone di Spoleto ricade geograficamente nell’Alta Valle del Corno, in un’area di notevole pregio ambientale, ricca di bellezze naturali e siti d'interesse comunitario per le specie floristiche e faunistiche presenti. Questi aspetti fanno da cornice ad uno degli angoli più suggestivi della Regione Umbria, ricco di storia e tradizioni, grazie anche alla presenza dell’uomo sin dai tempi delle popolazioni italiche.   Il territorio di Monteleone di Spoleto è prevalentemente montuoso ed è caratterizzato da due unità paesaggistiche: la prima è costituita dai rilievi della dorsale M.Coscerno - M.Aspra ad ovest e di M.Cornuvolo ad est, la seconda è costituita da unità sub pianeggianti dove scorrono corsi d’acqua, fra cui il collettore principale è il Fiume Corno. I rilievi, di natura calcarea, hanno sommità piuttosto ampie e versanti acclivi; la vetta più elevata, situata a sud ovest rispetto all’abitato di Monteleone, è il Monte Aspra a 1654 m s.l.m. Il fiume Corno ha una lunghezza complessiva 56 Km, ed è un affluente di sinistra del Fiume Nera. Il substrato su cui scorre è caratterizzato dalla prevalenza di terreni calcarei ad elevata permeabilità e solo su ridotte estensioni (meno del 15% del totale) sono presenti terreni poco permeabili.   La storia di queste montagne inizia circa 200 milioni di anni fa, nel periodo Giurassico: interessante quindi sottolineare come nel territorio di Monteleone di Spoleto si abbiano delle rocce calcaree della Successione Stratigrafica umbro-marchigiana; formatesi in ambiente marino e talvolta ricche di fossili (ammoniti, gasteropodi, bivalvi, crinoidi, foraminiferi, ecc.) che vanno dal Giurassico inferiore (circa 200 milioni di anni fa) fino al Paleogene (10 milioni di anni fa). I resti fossili che si rinvengono in queste rocce ci permettono di ricostruire il tipo di paleo ambiente in cui queste si sono formate. Da questo sappiamo che circa 200 milioni di anni fa anche in quest'area vi era un paleo ambiente simile a quello delle attuali Bahamas, con isole coralline e mare  poco profondo e caldo. Successivamente il fondale marino divenne sempre più profondo anche se piuttosto irregolare con alti e bassi strutturali, che ben presto vennero appianati dai sedimenti, sempre calcarei che si depositavano su questi fondali. Il farro di Monteleone di Spoleto di Luciano Giacchè - Cedrav Il farro di Monteleone di Spoleto La diffusione del farro nella zona di Monteleone di Spoleto è attestata anche dagli appellativi di "mangiafarre" o "farrari de San Nicola" con cui gli abitanti dei comuni vicini indicavano i monteleonesi. Quest'ultima denominazione fa riferimento al rituale del "Farro di S. Nicola" che si svolge da tempo immemorabile il 5 dicembre, nella vigilia della ricorrenza del Santo, patrono del paese.   La tradizione e il rituale Il Parroco prepara nella canonica della chiesa di S. Nicola una minestra di farro che viene cotta in un grande caldaio appeso sul focolare. Il farro viene distribuito a mezzogiorno con sugo di magro agli abitanti di Monteleone, a cominciare dai bambini che sono i destinatari privilegiati del rituale e che, per 1'occasione, anticipano 1'uscita dalla scuola.   Il rituale vuole ricordare il miracolo che la tradizione attribuisce a S. Nicola che, passando per Monteleone ed impressionato dalla indigenza dei suoi abitanti, avrebbe consegnato il farro per sfamare i poveri. In realtà si tratta della trasposizione di un episodio dell'agiografia del Santo, nato e vissuto in Asia minore fra il III e il IV secolo, ricordato come il prodigio delle "Navi agrarie" che, per intercessione di S. Nicola, avrebbero portato il grano agli abitanti di Mira, stremati dalla fame dopo un lungo periodo di carestia. Un analogo prodigio è attribuito a S. Nicola anche in favore degli abitanti di Bari che nel 1087 ne trafugarono le spoglie e gli dedicarono la loro chiesa cattedrale. Il Santo, venerato in tutta Europa come elargitore di doni e protettore dei giovani, è stato dopo la Riforma protestante progressivamente sostituito in questo ruolo da Gesù Bambino e, successivamente, da Babbo Natale. Certamente, però, la permanenza di questo singolare rituale ha favorito la continuità della coltura del farro a Monteleone, tanto da diventare un tratto caratterizzante di questo territorio.


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