Comune collinare di età medievale, la cui economia è sostenuta dalla vitivinicoltura e dal vivace turismo estivo. I montegabbionesi, con un indice di vecchiaia particolarmente superiore alla media, sono per lo più concentrati nel capoluogo comunale, che, cinto da mura medievali e raccolto in posizione elevata, presenta una struttura varia a maglie ortogonali; solo un'esigua parte della comunità risiede nelle località di Castel di Fiori, Faiolo e Montegiove nonché nel piccolo nucleo abitato di Pianello. Il territorio comunale, che si estende nella valle del torrente Chiani, alterna tormentate formazioni calanchive a vaste zone adibite a colture specializzate; frange boschive, appartenenti al patrimonio arboreo più cospicuo dell'intera regione, si protendono verso l'abitato e lambiscono le numerose rocche fortificate della zona.

Rocca fortificata del sistema difensivo orvietano, sorse intorno all'anno mille in un sito popolato fin da epoche remote e, prima di passare definitivamente alla Chiesa, fu feudo dei Montemarte, dei Filippeschi e dei Monaldeschi. Dotata di statuto comunale dal 1560 e unita al cantone di Orvieto all'epoca della Repubblica Romana (1848), fu annessa alla provincia di Terni nel 1927. Il toponimo è un composto di "monte" e di una voce meno chiara, forse un derivato del personale latino GAVIUS oppure di "gabbione" o "gabbia", nell'accezione militare di 'riparo'. Fuori delle mura si trovano i resti dell'abbazia di Acqualta, il convento francescano della Scorzola ela chiesa della Madonna delle Grazie (1625), eretta in stile rinascimentale su una preesistente cappella e adorna di un dipinto attribuito alla mano del Perugino.